SPIRITUAL GUIDANCE


UNA POESIA DI
Charles Bukowski

my comrades

this one teaches
that one lives with his mother
and that one is supported by a red faced alcoholic father
with the brain of a gnat.
this one takes speed and has been supported by
the same woman for 14 years.
that one writes a novel every ten days
but at least pays his own rent.
this one goes from place to place
sleeping on couches, drinking and making his
spiel.
this one prints his own books on a duplicating
machine.
that one lives in an abandoned shower room
in a Hollywood hotel.
this one seems to know how to get grant after grant,
his life is a filling-out of forms.
this one is simply rich and lives in the best
places while knocking on the best doors.
that one had breakfast with William Carlos
Williams.
and this one one teaches.
and that one one teaches.
and this one puts out textbooks on how to do it
and speaks in cruel and dominating voice.

they are everywhere.
everybody is a writer.
and almost every writer is a poet.
poets poets poets poets poets poets
poets poets poets poets poets poets

the next time the phone rings
it will be a poet.
the next person at the door
will be a poet.
this one teaches
and that one lives with his mother
and that one is writing the story of
Ezra Pound.
oh, brothers, we are the sickest and the
lowest of the breed.

i miei compagni uno insegna / un altro vive con la madre. / un altro si fa mantenere da un padre alcolizzato / con la faccia rossa / e il cervello di una zanzara. / uno si fa di anfe e per 14 anni si è fatto mantenere / dalla stessa donna. / un altro scrive un romanzo ogni dieci giorni / ma almeno si paga l'affitto da solo. / uno va in giro di qua e di là / dormendo sui divani, bevendo e facendo i suoi / discorsi. / uno si pubblica i libri con una / fotocopiatrice. / un altro vive in una doccia abbandonata / di un hotel di Hollywood. / uno sembra conoscere il modo di ottenere / una borsa di studio dietro l'altra, / e passa la vita a riempire moduli. / uno è semplicemente ricco e vive nei posti / migliori e trova tutte le porte aperte. / un altro ha fatto colazione con William Carlos / Williams. / e uno insegna. / e un altro insegna. / e uno scrive manuali su come farlo da sé / e parla con voce crudele e prepotente. // arrivano dovunque. / sono tutti scrittori. / e quasi ogni scrittore è un poeta / poeti poeti poeti poeti poeti poeti / poeti poeti poeti poeti poeti poeti // la prossima volta che squilla il telefono / sarà un poeta. / la prossima persona alla porta / sarà un poeta. / uno insegna / e un altro vive con la madre / un altro scrive la storia di / Ezra Pound. / oh, fratelli, siamo proprio la feccia / della razza.


La verità su DONNE
(quello che tutti i giovani mestrepolitani dovrebbero sapere)

Non ci vedemmo per una settimana. Poi, un pomeriggio ero da Lydia, sul letto, e ci baciavamo. Lydia si scostò.
« Non capisci niente di donne, eh? ».
« Che cosa vuoi dire? ».
« Voglio dire, basta leggere le tue poesie e i tuoi racconti e si vede che non capisci niente di donne ».
« Vai avanti »
« Be', per piacermi un uomo deve leccarmi la fica. Hai mai leccato la fica? ».
« No¯».
« Hai più di cinquant'anni e non hai mai leccato la fica? ».
« No ».
« E' troppo tardi ».
« Perché? ».
« Sono cose che non si insegnano a vecchi maschi incalliti ».
« Non sono vecchio ».
« Comunque è troppo tardi ».
« Non è mai troppo tardi ».
Lydia si alzò e andò nell'altra stanza. Tornò con una matita e un pezzo di carta.
«Ora, stammi bene a sentire, voglio farti vedere una cosa ».
Cominciò a disegnare.
« Ora, questa è una fica, e qui c'è qualcosa di cui tu probabilmente non hai mai sentito parlare... la clitoride. E' il punto più sensibile. La clitoride si nasconde, capisci, ma ogni tanto viene fuori, è rosa e molto sensibile. A volte si nasconde, e bisogna cercarla, basta sfiorarla con la punta della lingua... ».
« O.K., dissi, ho capito ».
« Non credo che ce la farai. Te l'ho detto, sono cose che non si insegnano a un vecchio maschio incallito ».
« Spogliamoci e stendiamoci sul letto ».
Ci spogliammo e ci sdraiammo sul letto. Cominciai a baciare Lydia. Passai dalle labbra al collo, poi ai seni. Arrivai all'ombelico. Scivolai ancora più giù.
« Non ce la farai. », disse lei « E' da lì che escono sangue e pipì, prova a pensarci, sangue e pipì... »
La trovai e cominciai a leccare. Il disegno di Lydia era preciso. Tutto al posto giusto. La sentii ansimare, poi gemere. Mi eccitai. Mi venne duro. La clitoride venne fuori, ma non era proprio rosa, era di un rosa-violaceo. La stuzzicai. Uscì un liquido che si mescolò ai peli della fica. Lydia gemeva e gemeva. Poi sentii la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi. Sentii dei passi. Alzai gli occhi. Vicino al letto c'era un bambino nero sui cinque anni.
« Che cosa cazzo vuoi? », gli chiesi.
« Hai qualche bottiglia vuota? », mi chiese lui.
« No, niente bottiglie vuote », gli dissi.
Uscì dalla stanza, passò in soggiorno, prese la porta e se ne andò.
« Dio mio », disse Lydia, « pensavo che la porta fosse chiusa a chiave.
Era il bambino di Bonnie ».
Lydia si alzò e chiuse la porta a chiave.
Tornò a distendersi sul letto.
Erano circa le quattro del pomeriggio di Sabato.
Mi rituffai sulla fica.